Vista laterale Lancia Fulvia CoupèVista laterale Lancia Fulvia Coupè

Viaggio alla scoperta di cosa ispirò la nascita ed il disegno della Lancia Fulvia Coupè, una delle auto più amate di tutti i tempi


Ginevra, marzo 1965: la Lancia Fulvia Coupè fa il suo debutto in società. Il modello stupisce il pubblico grazie alle sue linee eleganti e slanciate, firmate dal designer Piero Castagnero, all’epoca collaboratore del Centro Stile Lancia. Il suo stile, rimasto praticamente inviariato negli oltre 10 anni di vita, ha permesso alla Lancia Fulvia Coupè di essere prodotta in oltre 140.000 esemplari.

Ma come nacque e cosa ispirò il design della Fulvia Coupè? Per scoprirlo non si può che partire da un ritratto della sua matita, lo stilista torinese Piero Castagnero.


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Ritratto di Piero Castagnero, disegnatore della Lancia Fulvia Coupè

Uomo di classe e gentilezza, Piero Castagnero è il disegnatore a cui si deve la linea della Fulvia Coupè. Nato a Torino il 10 agosto del 1922, il giovane Piero inizia la sua carriera nel mondo dell’auto nel 1940: da poco compiuti i 18 anni di età, Castagnero entra nell’Ufficio Tecnico Carrozzeria Fiat al Lingotto. Vi resterà fino al 1949, quando decide di mettersi in proprio.

In questi primi anni, oltre al alcune collaborazioni con varie carrozzerie torinesi, partecipa alla definizione dello stile della coupè spagnola Pegaso Z102. La svolta è datata 1955, quando Castagnero diviene collaboratore della Lancia: portano la sua firma il ridisegno dell’Appia seconda e terza serie, nonchè quello della Flavia e della Fulvia berlina.

Vista della coupè spagnola Pegaso Z102
Vista della coupè spagnola Pegaso Z102, alla cui definizione partecipò Castagnero (Classic Driver)

Se Flavia e Fulvia berlina traghettano la Casa torinese verso uno stile fatto di spigoli e di volumi più geometrici, l’originalità della Lancia Fulvia Coupè del 1965 la rende indubbiamente il capolavoro di Piero Castagnero. Dopo di lei, dalla matita di Castagnero usciranno le Lancia Betà Coupè (erede della Fulvia Coupè) e la Lancia Beta HPE, oggi sempre più apprezzate e ricercate, dopo anni di oblio.

Lancia Fulvia Coupè: il progetto

Le linee guida del progetto Fulvia Coupè furono definite già nel 1962: lunghezza massima di 4 metri, peso non superiore ai 900 chili e abitabilità per due persone più due. Lo sviluppo proseguì sul pianale della Fulvia berlina, a cui venne accorciato il passo (che fu ridotto di ben 15 centimetri, a quota 2,33 metri) e ridotto il peso complessivo, sfoltito di un centinaio di chili.

Immagine della Lancia Fulvia Coupè
Lancia Fulvia Coupè (Lancia Press)

Sul versante motoristico, vennero sfruttate le innovazioni meccaniche del motore 4 cilindri a V stretta da 13°, il 1.2 da 80 cavalli con due alberi a camme progettato dalla squadra diretta dal progettista Ettore Zaccone Mina, erede della lunga tradizione Lancia nei motori con questo particolare frazionamento.

Il progetto prevede che la costruzione della Fulvia Coupè avvenga nello stabilimento di Chivasso, e che, per la sua produzione, vengano impegati molti componenti della Lancia Fulvia berlina. Obiettivo: standardizzare il processo produttivo e contenerne i costi.

E’ su questi presupposti che Piero Castagnero ed il Centro Stile Lancia dovettero definire lo stile della nuova Coupè a trazione anteriore: disegnare forme inedite che ben si coniugassero alle caratteristiche della meccanica.

Le caratteristiche stilistiche della Lancia Fulvia Coupè

Se si dovesse descrivere con una parola il disegno della Lancia Fulvia Coupè, questa sarebbe leggerezza: il corpo vettura snello, la finestratura che si estende per l’intero padiglione e la bassa linea di cintura contribuiscono ad affermare questa sensazione.

L’elemento più caratteristico della Fulvia Coupè è il posteriore: la coda, oltre che tronca, è anche leggermente concava. I gruppi ottici hanno forma rettangolare e sono impreziositi dalle “gemme” poste nella parte più interna, mentre i paraurti cromati non presentano i rostri. Tutto l’insieme è sottolineato da una sottile cornice cromata che descrive la sezione generatrice della coda stessa.

Vista di 3/4 posteriore della Lancia Fulvia Coupè
Lancia Fulvia Coupè vista di 3/4 posteriore

All’anteriore un piccolo scivolo tra il cofano e la calandra rende il muso più affilato e personale, mentre la fiancata si caratterizza per una nervatura che la percorre totalmente, quasi a voler sottolineare la linearità del disegno, scopo al quale risponde anche il profilo di metallo posto sotto le porte.

Infine, il padiglione: la superfice metallica è essenziale, pressochè ridotta ai soli elementi strutturali. L’ampia superficie vetrata che ne deriva garantisce un’abitacolo sempre luminoso ed una visibilità sempre ottimale.

Uno yacht su quattro ruote: la Lancia Fulvia Coupè e l’ispirazione nautica

La Fulvia Coupè è un esempio di cosa fosse capace il design italiano di quegli anni. E non solo in campo automobilistico: lo stile italiano innovava e stupiva in molti settori, creando miti e fenomeni di costume. Prendiamo la nautica, ad esempio: il motoscafo Aquarama, prodotto dai cantieri Riva dal 1962, divenne in breve tempo tra le imbarcazioni più ambite e desiderate.

Dettaglio del padiglione e della fiancata della Lancia Fulvia Coupè
Dettaglio del padiglione e della fiancata della Lancia Fulvia Coupè

E proprio all’Aquarama e alle imbarcazioni Riva volle ispirarsi Castagnero nel disegnare la coupè Lancia. Se fino alla linea di cintura il corpo vettura “copia” le forme nautiche di un motoscafo, caratterizzato com’è dal frontale slanciato e dal taglio netto in coda, il padiglione rappresenta quella che nei piccoli yatch è la tuga (in altri termini, la parte abitabile rialzata rispetto al piano di coperta).

La Lancia Fulvia Coupè e quei prototipi di Michelotti

L’ispirazione nautica, d’altronde, è confermata dallo stesso Castagnero, il quale era solito ripetere che l’idea per il disegno della Lancia Fulvia Coupè gli fu dato da un piccolo motoscafo visto in Riviera. Tuttavia, ci sono alcune caratteristiche del disegno della Fulvia Coupè che lasciano presuppore anche altre ispirazioni.

Facciamo un passo indietro: Salone di Parigi 1960, Giovanni Michelotti, prolifico e geniale designer “freelance” alla sua prima uscita nelle vesti di carrozziere, espone la Fiat-Osca 1600 S, una coupè dallo stile molto innovativo. Ciò che rende questo pezzo unico di Michelotti tanto dirompente sono il tetto a pagoda e i fari allineati alla calandra in un bassorilievo che si conclude sui cantonali dei parafanghi. Proprio gli elementi che, anni dopo, caratterizzeranno la Fulvia Coupè.

Immagine della Fiat-Osca 1600 S realizzata da Michelotti
Fiat-Osca 1600 S, realizzata da Michelotti (Ruoteclassiche)

Le somiglianze tra i pezzi unici di Michelotti (alla prima Fiat-Osca 1600 S seguirono altri tre esemplari, di cui uno con carrozzeria spider, con alcune differenze ed evoluzioni stilistiche) e la Lancia Fulvia Coupè sono evidenti. Oltre alla linea del padiglione e dei gruppi ottici anteriori (con le due coppie di fari racchiuse all’interno di una cornice), le due coupè sono accumunate dal frontate allungato, dal taglio netto della coda e dalla cornice cromata che la avvolge, solo per citare le più visibili.

Immagine della Fiat-Osca 1600 S realizzata da Michelotti
Fiat-Osca 1600 S, realizzata da Michelotti (Ruoteclassiche)

La reazione di Michelotti e l’opera di Castagnero

All’epoca in pochi notarono queste somiglianze, e lo stesso Michelotti non si espose pubblicamente nei confronti di Castagnero, ma le date di presentazione delle coupè su base Fiat-Osca e quella di deliberazione del disegno della Fulvia Coupè, entrambe a inizio anni ’60, sono un ulteriore indizio a favore della tesi secondo la quale la sportiva Lancia sia stata ispirata dal lavoro di Michelotti.

Il frontale della Lancia Fulvia Coupè 3
Il frontale della Lancia Fulvia Coupè 3

Su questo punto è necessario essere chiari: l’opera di Castagnero non può essere in alcun modo sminuita, anzi: l’aver coniugato istanze ed ispirazioni diverse in un modo così riuscito non può che essere considerato in favore dell’autore della coupè Lancia. Il risultato finale è pura eccellenza, quella che ha permesso alla Lancia Fulvia Coupè di essere insieme all’Alfa Romeo Spider (ne parliamo qui) tra le più significative automobili italiane di quegli anni.